martedì 24 luglio 2007

Fuga dalla città


Partenza all’alba o quasi. Anzi non proprio, ma va bene lo stesso. L’importante era fuggire dal caldo appiccicoso e stagnante, anche solo per un paio di giorni. Non avrei sopportato un altro fine settimana circondata dal cemento fuso e rovente, barricata in casa ad ascoltare il ronzio dell’aria condizionata. Così, con la complicità di un’immersione subacquea last minute, sabato mattina all’alba-o-quasi-anzi-non-proprio abbiamo caricato un po’ di cose in auto e via col vento direzione mare. Mare che mi ha un po’ delusa, a dir la verità, rispetto ai ricordi che conservavo di quei luoghi, vecchi di alcuni anni. Anni che sono passati evidentemente impietosi non solo con la sottoscritta ma anche con la povera costa toscana, un tempo limpida e cristallina e adesso vagamente somigliante a un caffè d’orzo. L’unica cosa che resta immutata è il sale, ma chissà che prima o poi per colpa nostra non si trasformi, che so, in zucchero di canna, che col caffè d’orzo ci starebbe pure bene. In ogni caso, sabbia sporca e consacrazione ufficiale a membri della tribù dei Piedi Neri a parte, tutti gli altri elementi tipici di un’italico fine settimana balneare c’erano tutti: dalla spiaggia libera invasa da famigliole allegre e vocianti sotto una miriade di ombrelloni sparsi a caso come coloratissimi funghi nati nella notte, allo stabilimento modello Twiga-dei-poveri con ombrelloni di canna e arredamento shabby-chic per un’illusione caraibica, dal pedalò stracarico e pericolosamente inclinato neanche fosse una carretta del mare piena di albanesi, alla infinita processione di vu cumprà con tarocchi, collanine e parei. La differenza, sostanziale, l’ha fatta la campagna maremmana, per fortuna ancora lì, identica e immutata, greggi di pecore e file di cipressi, asinelli docili e affettuosi come labrador, il frinire ininterrotto delle cicale, stelle accese in cielo come fari e una buttera alla brace che avrei voluto non finisse mai. Una fuga dalla città e dal caldo che mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. La prossima volta, forse, fuggiremo in montagna.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ti restituisco la visita, felice di averti conosciuta: ti metterò fra i miei link e nel mio feed.
Per cominciare con i commenti, non sai quant'è piccolo il mondo. Non so a quale spiaggia tu ti riferisca, ma non è passato neppure un anno da quando giravo per Porto Ercole, Porto Santo Stefano, Capalbio... E la Maremma: hai visto i miei link?

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