mercoledì 30 maggio 2012

Alta marea

Già ho le mie di ansie, che vanno e vengono come le maree, che cerco di tenere a bada facendo schioccare la frusta come un domatore di leoni e con le quali in certi momenti mi pare di aver trovato uno strano equilibrio che me le fa sopportare senza troppi drammi, come due cugine antipatiche delle quali faresti volentieri a meno ma, dato che sono parenti, ti tocca sopportarle con un mezzo sorriso, sperando tornino presto a casa loro. Ci mancava pure questa fine di maggio strana e triste a farmi arrivare nuove preoccupazioni e a far salire l'ansia a livello di attenzione. I pensieri si rincorrono incessanti da giorni nella mia testa, si arrotolano gli uni sugli altri come serpenti inquieti, spire fitte di domande destinate a restare senza risposta. Le stesse che mi facevo da ragazzina e che speravo di non dovermi rifare mai più, di aver dimenticato, mentre invece il passato, che sembrava così lontano, forse non e' mai realmente passato ed è ancora qui, tra di noi, pronto a far del male a chiunque, dovunque. Ripenso alle gente che aspettava un treno per partire in vacanza, a quelli che facevano la fila in banca, a quelli che semplicemente dormivano nel loro letto e adesso alle ragazzine che andavano a scuola. Non posso, non voglio crederci. Eppure. Poi la terra comincia tremare, ancora e ancora, e ti viene da pensare che anche lei forse stia tremando di paura, come te, per questo mondo che qualcuno vuole per forza distruggere, spegnendo per sempre il sorriso a una ragazzina dolce con gli occhi di Bambi e facendo morire la gente in case costruite con il Lego. L'ansia sale come la marea, ma questa è più difficile da domare, forse non ho la frusta adatta o forse queste bestie sono così feroci che e' impossibile domarle. Le domande si rincorrono ancora, le risposte non arriveranno. So solo che a sedici anni si dovrebbe solo morire dal ridere, o magari di sonno, mai per una bomba. So solo che stanotte mia figlia ha dormito attaccata a me come una cozza, o forse ero io che mi aggrappavo a lei come ad uno scoglio, per paura di sentire la terra tremare, per paura di sentir tremare il mio cuore.

venerdì 18 maggio 2012

Mia sorella

E’ proprio vero, ci siamo riconosciute subito, come se veramente, come noi diciamo per scherzare, fossimo state sorelle separate alla nascita. Ed in effetti così continuiamo a chiamarci, sister, tanto che qualcuno a volte ci crede davvero e si stupisce del contrario. E quanto amo crederlo anch’io. Figlia unica da una vita, l’infanzia passata a sperare nell’arrivo di un fratellino o di una sorellina con cui condividere una crescita che evidentemente, seppur inconsciamente, sapevo già non sarebbe stata facile, anni di solitudine ai quali mi sono adeguata, anni di silenzio perché nessuno avrebbe ascoltato, anni a riempire pagine da chiudere in un cassetto. Poi improvvisamente qualcuno si è riconosciuto nelle mie parole e mi ha detto di esserci. Similissima a me, per esperienze vissute, sentimenti provati, fragilità dell’anima e profondità del cuore, ed io che lì per lì stentavo a crederci ho davvero pensato, incredibile, è davvero mia sorella. Stessi gusti, stessi pensieri, ognuna con una pulcina, anch’esse simili tra loro, che si son piaciute appena si son viste. Buffo davvero, perfino stesso accento, stesso sguardo, e vicine quel tanto che basta da incontrarsi davanti a una pizza quando ci va, come abbiamo fatto ieri sera, raccontandoci senza tregua e senza veli. Siamo Thelma e Louise del nuovo millennio sorellina cara, e chissà se un giorno non ringrazieremo la curva e ce andremo davvero a zonzo staccando la spina per un po’. Magari un giro di mercati per aiutarti a scovare qualche nuovo tesoro per la tua bottega. Per intanto ti ringrazio di esserci, sister. Davvero.

mercoledì 9 maggio 2012

Cogli l'attimo

Guardo il cielo e mi sembra di guardarmi allo specchio. Mi sento come questo giorno di maggio, a tratti offuscato e pesante, a momenti cosparso di raggi di sole allegri e danzanti come fringuelli. E così io, pari-pari. Sento nell’aria il fremito della rincorsa che sta arrivando, come tutti gli anni in questo periodo, le mille cose da fare e il tempo che non basta mai, la scuola in dirittura d’arrivo, compiti e interrogazioni, i compleanni degli altri e quello della pulcina da anticipare come da tradizione, il saggio, le prove, il picnic con la classe, la pizza con le amiche di palestra e addominali, le gite scolastiche e gli eventi vinicoli del galletto che da ora a metà giugno si inseguiranno senza sosta. E molte altre cose che ancora covano sotto la cenere o che semplicemente mi sono dimenticata, come le torte, ah già, le sei, dico sei torte da preparare per l’autofinanziamento della squadriglia scout, mica una. Perché dare direttamente la banconota non va mica va bene, pare non sia educativo, e così la mia cucina per un giorno si trasformerà in un laboratorio di pasticceria dove io e la pulcina frulleremo, impasteremo e inforneremo, per poi incartare le creazioni e mandare figlia e compagne di squadriglia a venderle sul sagrato della chiesa, sperando nella generosità dei parrocchiani. E nella clemenza del tempo. Mi sento altalenante, tra il sopraffatto e l’incosciente, un momento nuvolosa e concentrata, l’attimo dopo cinguettante e frivola. Tanto un mese passa anche troppo alla svelta, tutto l’ambaradan si smonterà come un castello di carte e mi ritroverò all’improvviso nell’estiva calma piatta che non ho mai sopportato. Tanto vale scrollarsi di dosso l’agitazione, incollarsi un bel sorriso, e cogliere l’attimo.

LinkWithin

Blog Widget by LinkWithin